Immagini mai viste prima: il lato nascosto della Luna mostra più di 20 crateri sepolti

Una ricerca scientifica internazionale, coordinata dall’Università di Trieste, ha rivelato oltre 20 strutture sepolte e variazioni nello spessore della regolite lunare

Cinquantacinque anni dopo lo sbarco dell’Apollo 11, la Luna continua a svelare il suo lato nascosto, come un mistero che non smette mai di sorprendere. Oggi, per la prima volta, un team internazionale di scienziati ha scoperto più di venti strutture legate a crateri ormai sepolti e diverse stratificazioni inclinate nella regolite, quel sottile strato di polvere e detriti che da millenni ricopre la superficie lunare.

Un’opera paziente di erosione e impatti meteoritici, che ora comincia a raccontare la sua storia. Il gruppo di ricercatori è guidato da Michele Pipan, professore di geofisica applicata presso l’Università degli Studi di Trieste.

Immagini mai viste prima il lato nascosto della Luna mostra più di 20 crateri sepolti

© International Astronomical Union

Le analisi radar, condotte grazie ai dati della missione cinese Chang’E-4, hanno permesso di indagare a oltre 30 metri di profondità sotto il cratere Van Kármán, nel vasto e inesplorato bacino del Polo Sud-Aitken.

Le nuove tecnologie di deep learning migliorano l’analisi radar lunare

Qui, una volta analizzate le misure radar con l’aiuto di sofisticati algoritmi di deep learning, è emersa una complessità del tutto inaspettata: la regolite non ha uno spessore uniforme come si credeva, ma varia tra i 5 e i 15 metri, come spiegato da Pipan:

Questi risultati aprono la strada non solo a nuove scoperte scientifiche, ma alla possibilità concreta di sfruttare le risorse del sottosuolo lunare e di pianificare future missioni con basi permanenti.

Pubblicata sulla rivista Icarus, la ricerca vede la collaborazione tra l’Università di Trieste, l’INAF di Roma, la Purdue University e l’Accademia Cinese delle Scienze.

Immagini mai viste prima il lato nascosto della Luna mostra più di 20 crateri sepolti

© International Astronomical Union

Ma non finisce qui. Il gruppo di Trieste è già al lavoro su un nuovo progetto per l’Agenzia Spaziale Europea (ESA), che prevede l’invio di un magnetometro e di un sistema radar per investigare ulteriormente i misteri nascosti sotto la superficie lunare.

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Fonte: Icarus

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